"C'era una volta un giovane che sognava di ridurre il mondo alla pura logica e siccome era un giovane molto intelligente lui ci riuscì davvero. Quando finì il suo lavoro si trasse indietro e l'ammiro': era bellissimo, un mondo purgato dall'imperfezione e dalle incertezze. Infiniti acri di ghiaccio brillante estesi all'orizzonte...Così, il giovane intelligente, guardò il mondo creato da lui e decise di esplorarlo...Mosse un passo avanti e cadde riverso sulla schiena: vedi, aveva dimenticato l'attrito! Il ghiaccio era liscio, uniforme e immacolato, ma non vi si poteva camminare. Il giovane intelligente si sedette e versò lacrime amare, ma come diventò un uomo saggio capì che rudezza e ambiguità non sono imperfezioni, sono ciò che fa girare il mondo.
Voleva correre e danzare e le parole e le cose sparse sul suolo erano tutte rovinate, appannate e ambigue.
Il vecchio saggio vide che quello era il modo di essere delle cose, ma rimaneva in lui un che di nostalgico per il ghiaccio, dove tutto era assoluto e radioso e inflessibile... Anche se cominciava a piacergli l'idea del suolo ruvido,non gli era possibile viverci, così si trovava abbandonato tra terra e ghiaccio..in alcun luogo a casa.
Questa la causa di tutta la sua pena."
Dal film LUDWING WITTGENSTEIN di DEREK JARMAN.
2 commenti:
Piuttosto inquietante.
Bellissimo...Il solito dilemma tra come sono la realtà e il mondo nei quali viviamo e come desidereremmo che fossero...Ma non possiamo (per fortuna!) far andare le cose sempre come vorremmo noi!
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