lunedì 21 febbraio 2011

SONETTO XXIV

Non m'accusate voi d'aver amato,
donne cortesi,nè mi si condanni
per aver arso tutta,anima e carne,
nè per aver sofferto mille pene


nè per aver,in lacrime, perduto
tanto mai tempo. Chiedo di non essere
rimproverata, e nulla pù, da voi.
Se pur peccai, ne soffro, in fede mia.


Talchè,non accrescete il mio dolore
voi, fiduciose nell'Amor che possa
farvi amare ed insieme essere amate


al colmo della passione, s'anche
meno esposte di me, che pur vi faccio
l'augurio d'esser più di me felici.


Louise Labé (1524-1566)
da "IO SONO L'AMORE"

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