lunedì 7 novembre 2011

ALL'OPERA, da I Guermantes di M.Proust

Ma, negli altri palchi, quasi ovunque, le bianche divinità che abitavano quelle oscure dimore si erano rifugiate a ridosso delle pareti buie e restavano invisibili. Tuttavia, a mano a mano che lo spettacolo procedeva, le loro forme vagamente umane si stagliavano mollemente l'una dopo l'altra dalle profondità della notte che esse tappezzavano e, affiorando verso la luce, lasciavano emergere i loro corpi seminudi e venivano a fermarsi a quel limite verticale, a quella superficie chiaroscura dove i loro visi brillanti apparivano dietro il mareggiare ridente, schiumoso e leggero dei loro ventagli di piume, sotto le chiome di porpora tempestate di perle che sembravano mosse dalla corrente; poi cominciavano le poltrone della platea, soggiorno dei mortali separato per sempre dallo scuro e trasparente regno cui qua e là servivano da frontiera, nella loro superficie limpida e piana, gli occhi limpidi e riflettenti delle dee delle acque. Infatti gli strapuntini della riva, le forme dei mostri della platea si pettinavano in quegli occhi unicamente secondo le leggi dell'ottica e secondo il loro angolo d'incidenza come succede per quelle due parti della realtà esterna alle quali, sapendo che non posseggono, per quanto rudimentale sia, un'anima analoga alla nostra, ci giudicheremmo pazzi se rivolgessimo loro un sorriso o uno sguardo: i minerali e le persone con cui non siamo in relazione. Al di qua invece del confine del loro dominio, le radiose figlie del mare si giravano di continuo sorridendo verso quei tritoni barbuti sospesi alle anfrattuosità dell'abisso, o verso qualche semidio acquatico che aveva per cranio un ciottolo levigato sul quale un'onda aveva posato un'alga liscia, e per sguardo un disco di cristallo di rocca. Esse si chinavano verso di loro, offrivano loro dei confetti; talvolta l'onda si schiudeva davanti a una nuova nereide che, tardiva, sorridente e confusa, era appena sbocciata dal profondo dell'ombra; quindi, alla fine dell'atto, senza più speranza di ascoltare i suoni melodiosi della terra che le avevano attirate alla superficie, tuffandosi tutte insieme, le divine sorelle si dileguavano nella notte. Ma di tutti quei recessi, alla cui soglia le dee curiose erano condotte dal vago desiderio di scorgere le opere degli uomini, il più celebre era il blocco di semioscurità noto sotto il nome di palco della principessa di Guermantes.
Come una gran dea che assiste da lontano ai giochi delle divinità inferiori, la principessa era rimasta volontariamente nascosta su un canapè laterale, rosso come uno scoglio di corallo, accanto a un ampio riverbero vitreo che probabilmente era uno specchio e faceva pensare alla sezione che un raggio di luce avrebbe prodotta, perpendicolare, oscura e liquida, nel cristallo luminoso delle acque. Insieme piuma e corolla, come certe infiorescenze marine, un gran fiore bianco, lanuginoso come un'ala, scendeva dalla fronte della principessa lungo una delle guance, della quale assecondava la curva con una leggerezza civettuola, amorosa e viva, e sembrava racchiuderla a metà come un uovo rosa nella morbidezza d'un nido d'alcione. Sulla capigliatura della principessa, abbassandosi fino alle sopracciglia, poi ripresa più in basso all'altezza del seno, era tesa una reticella fatta di quelle conchiglie bianche che si pescano in certi mari australi, frammiste a perle, mosaico marino uscito appena dalle onde che a momenti si trovava immerso nell'ombra, in fondo alla quale, perfino allora, una presenza umana era rivelata dalla splendente mobilità degli occhi della principessa. La bellezza che la poneva ben al di sopra delle altre figlie favolose della penombra non era per intero materialmente ed esclusivamente inscritta nella nuca, nelle spalle, nelle braccia, nella vita; ma la sua linea deliziosa e incompiuta era l'esatto punto di partenza, l'avvio inevitabile di linee invisibili che l'occhio non poteva impedirsi di prolungare, meravigliose,generate attorno alla donna come lo spettro di una figura ideale proiettata sulle tenebre.

3 commenti:

giovanna ha detto...

Il blog è diventato ancora più bello! complimenti!

antonia ha detto...

sta diventando sempre più interessante e graficamente eccellente!

zia Delina. ha detto...

grazie tesorine!!