mercoledì 30 marzo 2011

14 PAROLE DA SALVARE...LAALOT LA HAARETZ,ebraico, di Manuela Diviri

"L'ebraico, lingua rinata dopo 2000 anni e ricostruita amano, l'ho imparato dai miei figli. E in fretta, perchè loro crescono in fretta. Di parole ebraiche dimenticate ne conosco poche. Quella che ho scelto significa SALIRE ALLA TERRA e si usa per dire TORNARE IN ISRAELE. Anche chi vive da 20 anni in America si considera uno che è lì per tornare, ha le valigie pronte per risalire. Mi sono accorta del significato che ha per me questa frase parlando con amici che mi chiedevano:quando torni giù in Israele? Non si va giù, ho risposto, si va su".
manuela dviri

COPPA BUDDENBROOK

"A questo punto venne in tavola un budino speciale composto di strati di amaretti, di lamponi, di biscotti e di crema..."(Thomas Mann)




INGREDIENTI:
3 uova
1/2 litro di latte intero
3 cucchiai di farina
6 cucchiai di zucchero
la scorza intera di un limone
1 vaschetta di lamponi freschi
1 confezione di amaretti
foglie di menta



  • mettete a bollire il latte con la buccia intera del limone. Con l'aiuto di una frusta montate i tuorli d'uovo con lo zucchero fino a ottenere uno zabaione molto chiaro e spumoso e incorporate la farina setacciata.
  • versate il latte caldo, poco alla volta e, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno, lasciate cuocere a fuoco lento fino a quando il composto sarà liscio e denso.Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare.
  • sciacquate i lamponi e asciugateli. Quando la crema sarà fredda. stendete sul fondo di quattro coppe uno strato di crema, uno di lamponi e uno di amaretti grossolanamente tritati. Ripetete l'operazione per almeno tre strati terminando con la crema. Decorate con lamponi, qualche fogliolina di menta e amaretti interi.

martedì 29 marzo 2011

14 PAROLE DA SALVARE...UTLANGTAN, di Bjorn Larsson

"Sono diventato scrittore per amore delle parole. Se parlo 4 lingue non è per necessità, ma per piacere. Studiarle mi dà spunti per scrivere nella mia lingua madre. In svedese esiste una parola che richiama il paradiso perduto e il chiudersi dentro di sè:hemlangtan. Casa e sogno, il sogno di tornare a casa. Questo sentimento, che non ho mai provato perchè la mia casa è la mia barca dove vivo, è universale. Invece, in svedese, non esiste la parola per esprimere l'opposto: il desiderio di vivere altrove. Dunque l'ho coniato io: utlangtan. E lanciato una campagna per farlo includere nel nostro dizionario. Spero di diventare famoso per aver inventato questa parola"
bjorn larsson

"IL SALOTTO DEI VERDURIN" da Alla ricerca del tempo perduto, M.Proust

 Per far parte del "piccolo nucleo", del "piccolo gruppo", del "piccolo clan" dei verdurin, una condizione era sufficiente, ma era altresì necessaria: bisognava aderire tacitamente a un Credo, di cui uno degli articoli stabiliva che il giovane pianista, protetto quell'anno dalla signora Verdurin, la quale diceva di lui:"Mica dovrebbe essere permesso, saper suonare Wagner così!", "subissava" insieme Planté e Rubistein, e che il dottor Cottard aveva occhio clinico più di Potain. Ogni "nuova recluta", a cui i Verdurin non riuscivano a far credere che le serate della gente che non andava da loro erano noiose come la pioggia, si vedeva subito esclusa. E siccome le donne, a tal riguardo, erano più restie degli uomini a rinunciare a ogni curiosità mondana e al desiderio d'informarsi personalmente sull'attrattiva degli altri salotti, e i Verdurin d'altra parte sentivano che quello spirito di libero esame e quel dèmone di frivolezza potevano diventare fatali per contagio all'ortodossia della piccola chiesa, così erano stati indotti a respingere uno dopo l'altro tutti i "fedeli" di sesso femminile.
 A parte la giovane moglie del dottore, quell'anno i "fedeli" femminili erano ridotti quasi esclusivamente (benchè la signora Verdurin fosse una donna virtuosa e di rispettabile famiglia borghese, esageratamente ricca e totalmente oscura, con la quale aveva a poco a poco cessato volontariamente ogni rapporto) a una persona del demi-monde, la signora de Crécy, che la signora chiamava per nome, Odette, e dichiarava essere "un amore", e alla zia del pianista che doveva aver fatto la portinaia; persone ignare del bel mondo, alla cui ingenuità era stato facile far credere che la principessa di Sagan e la duchessa di Guermantes erano costrette a pagare dei disgraziati per avere qualcuno a pranzo, dimodoché all'offerta di farli invitare dalle due gran dame l'ex portinaia e la donnina equivoca avrebbero rifiutato sdegnosamente.
 I Verdurin non  facevano inviti a cena.
 Ognuno aveva da loro "il suo posto a tavola". Per la sera non c'era programma. Il giovane pianista suonava, ma solo se "gli girava",perché nessuno veniva costretto e, come diceva il signor Verdurin, "uno per tutti, tutti per uno". Se il pianista voleva suonare la calvavata della Valchiria o il preludio del Tristano, la signora Verdurin protestava, non già che quella musica le dispiacesse,  anzi, perché le faceva troppa impressione. "Allora ci tenete proprio che mi venga l'emicrania? Lo sapete che succede sempre così, quando lui suona quella roba. So ben io quel che mi aspetta! Domani, quando vorrò alzarmi, buonanotte, sarò distrutta!" Se lui non suonava, si faceva conversazione, e uno degli amici, più spetto il pittore favorito di turno, "buttava lì", come diceva il signor Verdurin, "una grossa scemenza che faceva sganasciare tutti", specialmente la signora Verdurin, alla quale un giorno- tanto era solita prendere alla lettera le espressioni figurate delle emozioni che provava- il dottor Cottard (allora giovane debuttante), dovette rimettere a posto la mascella che si era slogata per aver riso troppo.
 L'abito nero era proibito perchè si era fra "amici", e per non assomigliare ai "noiosi", da cui ci si teneva alla larga come dalla peste: li si invitava solo per le serate di gala, date il più raramente possibile e soltanto se potevano divertire il pittore o far conoscere il musicista. per il resto ci si accontentava di giocare alle sciarade, di cenare in maschera, ma fra intimi, senza mescolare estranei al "piccolo nucleo"
 Ma via via che i "camerati" avevano preso più posto nella vita della signora Verdurin, i noiosi, i reprobi, erano diventati tutto ciò che tratteneva gli amici lontano da lei, ciò che li impediva qualche volta di essere liberi: la madre di uno, la professione di un altro, la casa in campagna o la cattiva salute di un terzo. Se il dottor Cottard riteneva di dover andare via appena alzato da tavola per tornare da un malato in pericolo:"Chissà", diceva la signora Verdurin, "forse gli farà meglio se non andate a disturbarlo stasera: passerà una buona nottata senza di voi, ci andrete domattina presto e lo troverete guarito". Fin dall'inizio di dicembre stava male al pensiero che per Natale e Capodanno i fedeli "staccassero". La zia del pianista esigeva che quel giorno lui andasse a cena in famiglia, dalla madre di lei:
 "Credete che ne morrebbe, vostra madre, esclamò duramente la signora Verdurin, se non cenate con lei a Capodanno, come in provincia!"
 Le sue inquietudini rinascevano in vista della settimana santa:
 "Voi dottore, uno scienziato, un uomo di spirito, naturalmente voi venite il venerdì santo, come un giorno qualsiasi" disse a Cottard il primo anno, in tono sicuro, come non potendo dubitare della risposta. Ma tremava aspettando che la pronunciasse, perchè, se lui non fosse venuto rischiava di trovarsi sola.(...)
 Parimenti, se un "fedele" aveva un amico, o una habituée un flirt, capaci di farli "staccare" qualche volta, i Verdurin che non si spaventavano se una donna aveva un amante, purchè lo avesse a casa loro, lo amasse in loro, e non lo preferisse a loro, dicevano."Ebbene, portatelo, il vostro amico". E lo si assumeva in prova per vedere se fosse capace di non avere segreti per la signora Verdurin, se meritasse di essere aggregato al "piccolo clan". Se non lo era, il fedele che l'aveva presentato veniva preso da parte, e gli si rendeva il servizio di guastare i suoi rapporti con l'amico o l'amante. In caso contrario, il "nuovo" diventava a sua volta un fedele.


lunedì 28 marzo 2011

14 PAROLE DA SALVARE...TESAO,portoghese, Julio Monteiro Martins.

"Pensando a quanto scrisse Jacques Lacan, che le parole sono materia dell'inconscio, dovrei salvare tutto il mio portoghese per salvare me stesso..Ma se devo sceglierne una, scelgo tesao. Da ragazzino era una mezza parolaccia. Oggi è sinonimo di forte motivazione, trasporto per un progetto. Ma il tesao è pericoloso, annebbia la ragione e porta a giustificare le trasgressioni. Come un "lodo Alfano" dello spirito".
julio monteiro martins

GUIDA ALL'ELEGANZA di Madame Geneviève Antoine Dariaux -CAPELLI

L'eleganza non si ferma di certo alla radice dei capelli. Al contrario, è impensabile che una donna elegante possa avere una pettinatura disordinata o inadatta a lei.
 Un semplice sguardo all'elenco delle donne meglio vestite del mondo permette di comprendere che queste bellezze alla moda sono partite con una pettinatura classica e l'hanno modificata solo con leggerissimi tocchi nel corso degli anni. la duchessa di Windsor e la principessa Grace di Monaco non hanno mai cambiato radicalmente lo stile della loro pettinatura e in tal modo è parso che non invecchiassero mai; anche le loro vecchie fotografie non sembrano datate. Seguendo lo stesso principio vi priverete naturalmente del piacere di comparire con una testa completamente nuova ogni stagione, ma rispetterete una delle regole fondamentali dell'eleganza: scoprire il vostro stile e rimanervi fedele.
 Finchè siete giovani potete divertirvi con treccine, lunghi capelli stirati, ecc.. Ma, passati i quarant'anni, dovreste adottare una pettinatura semplice.
Naturalmente se dovete recarvi la sera a un evento importante, andrete dal vostro parrucchiere di fiducia per una seduta speciale. ma non permettetegli di costruirvi in testa per l'occasione un elaboratissimo edificio. Siate quello che siete sempre: impeccabili.

domenica 27 marzo 2011

14 PAROLE DA SALVARE...RECER,catalano, di Maria Barbal.

"Quando ho detto per la prima volta arrecerem-nos (ripariamoci) a colui che è diventato mio marito,era sconcertato. Lui é un uomo di città. Quel giorno pioveva e io, usando recer (riparo), volevo dire: mettiamoci sotto una grondaia aspettando che smetta. Il recer è un luogo protetto, da cui osservare lo spettacolo della natura. E' una parola che mi riporta al villaggio di mia madre dove sotto il sole dell'estate o la neve d'inverno si cercava la tranquillità. La vita in città oggi è così protetta che non abbiamo più paura di quello che può venire giù dal cielo. Forse è per questo che recer non si usa più. E a me manca."
maria barbal

sabato 26 marzo 2011

14 PAROLE DA SALVARE...MEHR,farsi,Marina Nemat

"Antica parola persiana che significa amore. Non nel senso di attrazione sessuale, quello si dice eshgh. Ma come sentimento, forte e delicato, che implica amicizia e fiducia. In origine Mehr era un altro nome per mitra, semidio venerato in Iran prima del profeta Zaratustra. Il protettore del bestiame e dell'acqua, figura che si batteva per verità e giustizia. A Mehr è dedicato il 16° giorno di ogni mese e il 16 del primo mese d'autunno è la festa del raccolto, giorno di ringraziamento, amore e amicizia. Non esistono tante parole con una storia così affascinante. L'Iran è terra di felicità, non di odio".


OTTAVA LETTERA A FANNY BRAWNE

                                                                                     11 ottobre 1819

Mia dolce Fanciulla,
 vivo oggi con la mente a ieri; ho passato tutto il giorno in uno stato di totale malia. Mi sento alla tua mercé. Scrivimi poche righe e dimmi che mai e poi mai sarai con me meno gentile di ieri. Mi hai abbagliato. Non c'è nulla al mondo di così splendido e delicato. Quando Brown, la notte scorsa, se ne venne fuori con quella storiella, apparentemente vera, contro di me, sentii che per me sarebbe stata la fine se tu ci avessi creduto-anche se contro qualunque altra persona potrei fare appella alla mia ostinazione. prima di sapere che Brown poteva smentirla fui, al momento, avvilito. Quando passeremo un giorno da soli? Ho avuto mille baci, dei quali con tutta la mia anima ringrazio amore- ma se tu mi negassi il mille e unesimo, sperimenterei fino a che punto posso sopravvivere all'infelicità. Se mai attuassi la tua minaccia di ieri-credimi, non sarebbe un tormento per l'orgoglio e la vanità o altre misere passioni, sarebbe un vero colpo al cuore, non lo sopporterei. 
Stamattina ho visto la signora Dilke: dice che verrà con me qualche giorno.
Sempre tuo
John Keats

Ah cuore mio!


venerdì 25 marzo 2011

14 PAROLE DA SALVARE...MARSCIO,ceceno, di Akhmed Gisaev

"Significa cammina libero. O vivi libero! Espressioni tradizionali in lingua cecena. messaggi di saluto, d'addio e augurio. Riflettono l'essenza stessa del mio popolo per il quale la libertà è una condizione di primaria importanza. La libertà dà pienezza alla vita quotidiana di ciascuno di noi. E' presente nella costituzione e nelle leggi e si riferisce al comportamento dei cittadini: libertà di parola. culto, riunione, movimento. E' il dono più bello che Dio ci abbia fatto. ed è ciò che l'uomo può offrire, consapevole del suo grande valore"
akhed gisaev, attivista per i diritti umani

giovedì 24 marzo 2011

14 PAROLE DA SALVARE...UNA AL GIORNO...

DI MICHELA MURGIA, "ISCRAMENTU", SARDO.
"Da bambina adoravo il fuoco, ogni candela mi rendeva falena. Mia madre cercava di tenermi lontana dalle fiamme, ma la nonna ripeteva: LASSA CA ISCRAMENTAT!. Lascia che sperimenti l'iscramentu. Se bruciassero i vocabolari domani, della mia lingua salverei questa parola: patrimonio di consapevolezza raggiunto con gli errori propri o altrui. Per non rifarli. Dietro quel sostantivo (e il verbo iscramentare) c'è lo scorrere di una storia intera. E' una parola salvifica, una sera d'inverno con altri amici scrittori ci piace vederci dentro la radice dei verbi sardi isco(so) e ammento(ricordo).
Salvando iscramentu, le salvo entrambe."

martedì 22 marzo 2011

DESCRIZIONE DI UNA ZIA...da "Alla ricerca dele tempo perduto " di M.Proust

La zia aveva a poco a poco allontanato tutti gli altri visitatori, perchè avevano, ai suoi occhi, il torto di rientrare nell'una o nell'altra delle due categorie di persone che lei detestava. Gli uni, i peggiori, e i primi di cui si era sbarazzata, erano quelli che le consigliavano di non "auscultarsi" e professavano, magari in negativo, e manifestandola solo con certi silenzi di disapprovazione o con certi sorrisi di perplessità, la dottrina sovversiva per cui una piccola passeggiata al sole e una buona bistecca sanguinolenta(quando le restavano quattordici ore sullo stomaco due cattivi sorsi d'acqua di Vichy!) le avrebbero giovato molto più del letto e delle medicine. L'altra categoria era composta da persone che avevano l'aria di crederla malata più gravemente di quanto non pensasse, tanto gravemente come lei diceva. Quindi, quelli che aveva lasciato salire dopo qualche esitazione e dietro le istanze ufficiose di Françoise, e che, nel corso della visita, avevano mostrato quanto fossero indegni del favore che veniva loro accordato, arrischiando timidamente un :" Non credete che se vi muoveste un po' quando c'è bel tempo", o, al contrario, quando lei aveva detto:"Mi sento molto giù, molto giù, è la fine, miei poveri amici", le avevano risposto:"Ah! quando non c'è la salute! Ma voi potete tirare avanti chissà ancora quanto, in questo stato", costoro, sia gli uni che gli altri, potevano star certi che non sarebbero stati mai ricevuti. E se Françoise si diveriva dell'aria spaventata della zia, quando dal suo letto aveva scorto nella rue du Saint-Esprit una di quelle persone che dava l'impressione di venire da lei, o quando aveva sentito una scampanellata, rideva ancora di più, e come di uno scherzo riuscito, delle astuzie sempre vittoriose della zia per arrivare a farli congedare e della loro aria di sconfitta quando se ne tornavano senza averla vista, e in fondo ammirava la sua padrona, che giudicava superiore a tutte quelle persone, dal momento che non voleva riceverle. Insomma, la zia esigeva a un tempo d'essere approvata per il suo regime, d'essere compianta per le sue sofferenze e d'essere rassicurata sul suo avvenire.


lunedì 21 marzo 2011

GUIDA ALL'ELEGANZA di Madame Geneviève Antoine Dariaux -BUDGET

Se non avete la possibilità di acquistare l'intera collezione di uno stilista, è essenziale fissare un budget e un programma a lungo termine per il vostro guardaroba.
Se abbinerete attentamente i capi, con molto buon gusto e sobrietà, anche un modesto stanziamento vi consentirà di vestire con sorprendente eleganza.
Scegliete abiti che possano venire indossati almeno per due anni, ad eccezione delle scarpe che dovrebbero essere sempre impeccabilmente nuove.
la vostra intelligenza può compiere miracoli coordinando abilmente ogni nuovo acquisto. Ma dovete dedicare il tempo necessario alla ricerca dell'accessorio ideale e dell'abito perfetto.
Nessuna donna è mai stata priva di eleganza per eccessiva semplicità, ma sempre per eccesso di ornamenti, per abbinamenti mal riusciti o abiti inadatti all'ora e all'occasione.

sabato 19 marzo 2011

VII LETTERA A FANNY BRAWNE

14    settembre 1819

Mia cara Fanciulla,
 sono corso in città in seguito a una lettera di mio fratello George; le notizie non sono tra le più brillanti. Sono forse pazzo? Sono arrivato con la diligenza di venerdì sera, e non sono ancora stato a Hampstead. Ti giuro che non è colpa mia. Non so decidermi a mescolare il piacere a questi miei giorni che passano uno uguale all'altro, senza distinzione. Se dovessi vederti oggi, distruggerei la tetraggine che attualmente per me è quasi un piacere, trasformandola in perplessità. Ti amo troppo per avventurarmi a Hampstead, sento che non è una visita, ma un avventurarsi nel fuoco. Que ferai-ja?come dicono per scherzo i romanzieri francesi, ed io sul serio: davvero, cosa posso fare? Ben sapendo che la mia vita trascorrerà tra affanni e pene mi sono sforzato di staccarmi da te: finchè sono solo cosa può importarmi dell'infelicità? Finchè riguardano solo me posso disprezzare tutti gli eventi: ma non posso cessare di amarti. Questa mattina so a malapena quel che sto facendo. Fra poco andrò a Walthamstow. Tornerò a Winchester domani; di là avrai miei notizie entro pochi giorni. Sono un codardo, non so sopportare la pena di essere felice: ciò è fuori questione; non devo più pensarci.
il tuo sempre affezionato
John Keats.


sabato 12 marzo 2011

SESTA LETTERA A FANNY BRAWNE

17 agosto

 Mia cara Fanciulla-che posso dire per scusarmi? Son qui da quattro giorni e non ti ho ancora scritto- è vero che ho dovuto però sbrigare parecchie fastidiose lettere di affari, e sono rimasto negli artigli dell'ultimo atto della nostra Tragedia, come un serpente in quelli di un'aquila. Non ci sono scuse, lo so, e non voglio offrirne. Non ho nemmeno il diritto di chiedere una risposta sollecita che mi faccia sapere quanto sei indulgente-devo rimanere per qualche giorno in una Nebbia-ti vedo attraverso una Nebbia come, suppongo,ormai mi vedi tu. Credi alle prime lettere che ti scrissi: ti assicuro che sentivo ciò che scrivevo-non potrei scrivere così ora. Mi passano nella testa le mille immagini che ho concepito-il mio inquieto spirito, il mio inimmaginabile destino-tutto steso come un velo tra me e te. Ricordati che non ho avuto ore di ozio per meditare su di te-forse è meglio così. Non avrei potuto sopportare l'urto delle gelosie che erano solite tormentarmi prima che mi tuffassi tanto profondamente in interessi immaginari. Ora che ho le vele spiegate, veleggerei volentieri senza interruzione ancora per un paio di mesi-la mia vena è perfetta-sono in pieno fervore; e in questi quattro mesi farò moltissimo. Scorrendo con l'occhio questa pagina m'accorgo che è troppo poco innamorata e galante-non posso farci niente-non sono un ufficiale che sbadiglia nelle retrovie,nè un falso Romeo. Ho la Mente piena zeppa, imbottita come una palla da cricket- se mi sforzassi di riempirla di più scoppierebbe. So che la maggior parte delle donne mi odierebbe per questo; che dovrei avere una Mente così poco tenera, così dura da riuscire a dimenticarle; dimenticare le più brillanti realtà per le opache fantasie del mio Cervello. Ma io ti scongiuro di di giudicare la cosa con equilibrio; e chiedere a te stessa se non è meglio che io ti spieghi i miei sentimenti, invece di esprimermi con artificiale passione. (...)Non sono abbastanza felice per frasi di seta e argentei periodi.(...) Perdonami per questa lettera che ha parole di pietra e credi e considera che non posso pensare a te senza una sorta di energia- anche se mal à propos.
Appena smetto, mi pare che il pensare a te ancora pochi istanti sarebbe bastato a sciogliermi e dissolvermi. Non devo abbandonarmi a ciò-ma tornare a scrivere-se non ci riuscirò morirò lottando. Amore mio, le tue labbra si fanno di nuovo dolci nella mia immaginazione-devo dimenticarle.
Il tuo sempre affezionato
Keats


venerdì 11 marzo 2011

dal libro FOTO DAL FINESTRINO di Ettore Sottsass

"Ci sono state e ci sono culture per le quali l'attività che oggi chiamiamo <arte> non produceva e non produce necessariamente gallerie, negozi, aste pubbliche; cioè mercato generale.
Sono esistite ed esistono ancora culture, anche molto sofisticate, nelle quali scolpire sculture o dipingere storie non aveva e non ha come tappa finale il mercato, culture nelle quali una scultura o una pittura non finisce per diventare un prodotto, ma si accontenta di segnalare storie segrete o memorie o visioni misteriose o anche pensieri speciali che non sarebbero apparsi mai  in nessun momento, in nessun luogo del pianeta; se è vero che l'arte è stata inventata per accompagnare la gente nelle illusioni della vita.
                                                 Khuri, deserto del Tar"


GUIDA ALL'ELEGANZA di Madame Geneviève Antoine Dariaux -BORSETTE

Uno dei modi più infallibili per migliorare un comune abito è una borsetta elegante; e, d'altro canto, il modo più certo per avvilire un completo elegante è una borsetta sciupata o a buon mercato. Questo utile accessorio è così importante da meritare una scelta molto attenta, e ogni tanto anche una buona fetta del budget stabilito per il guardaroba.
 In linea generale, le dimensioni di una borsetta dovrebbero essere proporzionate alle vostre.
Per le borsette l'eleganza è sinonimo di qualità e la qualità, ahimè, è spesso sinonimo di prezzi alti! Però una sola borsetta di qualità durerà più di tre o quattro a buon mercato e si rivelerà un utile investimento.
Inoltre, un guardaroba sapientemente coordinato richiede pochissime borsette!
 Infine, non basta possedere una bella scelta ...una donna elegante deve anche saper scegliere la borsa giusta per l'occasione giusta e il completo giusto!

giovedì 10 marzo 2011

GUIDA ALL'ELEGANZA di Madame Geneviève Dariaux-BIANCHERIA

In questo campo l'età e la posizione sociale non hanno alcun peso. Anzi, sono spesso le donne vestite con maggior eleganza e lusso a indossare il minor numero di capi di biancheria..eppure si possono trovare, dai meno cari ai più cari, deliziosi completi di biancheria in colori brillanti, pastello o a disegni fantasia, che le renderebbero più attraenti quando sono in déshabillé.
 Le donne commettono uno sbaglio se trascurano questo potenziale elemento di attrazione. Certo, non arriverei a suggerire di lasciarsi sedurre da biancheria provocante più adatta a una spogliarellista, ma è sempre un vantaggio per una donna occuparsi di quello che porta sotto i vestiti non meno che dei vestiti.
 Anche se la biancheria si riduce a due soli capi, questi dovrebbero essere coordinati. E' davvero un eccesso di trascuratezza indossare un reggiseno bianco con mutandine nere o viceversa. La biancheria colorata è graziosa, ma può naturalmente venire indossata soltanto sotto abiti opachi o scuri.
 In estate è meglio attenersi al bianco.


mercoledì 9 marzo 2011

GUIDA ALL'ELEGANZA di Madame Geneviève Antoine Dariaux -BAGAGLI,seconda parte

Il beauty case nel corso degli anni è diventato molto più semplice e più piccolo e leggero. Oggi i più eleganti sono gli astucci rettangolari- completi o no di bottiglie e contenitori- nei quali una donna può sistemare ben dritte le bottiglie e i vasetti di crema. Personalmente, ritengo superfluo caricarmi di questo ulteriore bagaglio e preferisco una grande busta impermeabile con piccoli contenitori per le lozioni e le creme. Oggi non ha senso viaggiare con grandi quantità di prodotti di bellezza. sempre che non vi prepariate a un lunghissimo soggiorno in una terra primitiva che non è stata ancora scoperta da Elizabeth Arden. Molto meglio riempire i contenitori con la quantità necessaria alla durata del viaggio.
 Quando fate la valigia, dovreste riempirla distribuendo in questo modo gli oggetti: prima di tutto, sul fondo, i capi pesanti come le scarpe, gli articoli da toletta, le borsette; poi, tutti quelli che difficilmente prendono pieghe -biancheria, golf, pantaloni- sistemandoli in modo da ritrovarvi con una superficie piatta e regolare dove potrete posare ordinatamente gonne, giacche, abiti e camicette.
 Sacche e astucci di plastica trasparente sono indispensabili per isolare gli articoli che potrebbero essere sporchi o umidi.
 Come regola generale è meglio affrontare una scenata con un marito desideroso di viaggiare con poco bagaglio e portare un abito in più piuttosto che uno in meno. Il vestito che decidete di non portare si rivelerà probabilmente quello che vi sarebbe stato più utile! Tuttavia, è particolarmente importante quando si viaggia coordinare il guardaroba e scegliere abiti che si sono rivelati già utili e non un abito o un golfino nuovo che non si adatta a nessun altro vostro capo.
 Inoltre è più opportuno avere molte camicette, giacche e golfini e una sola gonna o un solo paio di pantaloni che il contrario!

GOSSIP....a cura di Aldo Grasso

GOSSIP significa pettegolezzo: qualcuno fa derivare la parola da "gospel", Vangelo; altri, più propriamente, da "god-sip", cioè madrina (comare, vicina di casa). In italiano  "pettegolo", secondo il linguista Giacomo Devoto, deriva dal veneto "petégola", ovvero "piccolo peto". Nei salotti francesi di Madame du Deffand, il "potin" era una prova di smagliante intelligenza, all'epoca in cui il ridicolo poteva ancora uccidere una persona. Virginia Woolf aveva una curiosa teoria: amava mettere in difficoltà gli amici con torbidi pettegolezzi perchè, diceva, "si amano molto di più le persone quando sono affrante, di quando trionfano nella buona fortuna".
 Oggi è la forma più praticata di voyeurismo verbale.


martedì 8 marzo 2011

SE DEVI AMARMI...

Se devi amarmi, per null'altro sia
se non che per amore; Mai non dire:
"L'amo per il sorriso, per lo sguardo, 
la gentilezza del parlare, il modo
di pensare così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno". Queste
son tutte cose che posson mutare,
Amato, in sè o per te, e un amore
così sorto potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto. Può scordare
il pianto chi ebbe a lungo il tuo conforto
e perderti. Soltanto per amore
amami-e sempre, per l'eternità.


Elizabeth Barret Browning (1806-1861)

Alda Merini - "Lettere"

lunedì 7 marzo 2011

L'OROLOGIAIO

L'orologiaio
sprofonda in una stanza
colma di tempo e assenza.
L'orologiaio
non vuole conoscere
lo scorrere dei giorni.
E' il minuto
il secondo
l'attimo
a insinuarglisi nel cuore.
L'orologiaio
precipita nelle sue pendole silenziose.
L'orologiaio
conserva tutto
e tutto vuole ancora usare.
L'orologiaio
ha paura di smarrire
irrimediabilmente
quel minuscolo congegno
che sta tra la sua vita
e il suo morire.

sabato 5 marzo 2011

LVII POESIA DI KEATS

Fulgida stella, come tu lo sei
fermo foss'io, però non in solingo
splendore alto sospeso nella notte
con rimosse le palpebre in eterno
a sorvegliare come paziente
ed insonne Romito di natura
le mobili acque in loro puro ufficio
sacerdotale di lavacro intorno
ai lidi umani della terra, oppure
guardar la molle maschera di neve
quando appena coprì monti e pianure.
No, - pure sempre fermo, sempre senza
mutamento sul vago seno in fiore
dell'amor mio, come guanciale; sempre
sentirne il su e giù soave d'onda,
sempre desto in un dolce eccitamento
a udire sempre sempre il suo respiro
attenuato, e così viver sempre,
-o se no , venir meno nella morte.



QUINTA LETTERA A FANNY BRAWNE

9 agosto 1819

Mia cara Fanciulla,
 dici che non vuoi più ricevere lettere simili all'ultima: io proverò a fare in modo che tu non ne riceva più seguendo ostinatamente la via opposta. Non ho davvero scelta-non sono abbastanza pigro da scrivere vere e proprie lettere d'amore- lascio in questo momento una scena della nostra Tragedia e ti vedo (non considerarmi blasfemo) attraverso una nebbia di Congiure, discorsi, contro-congiure e repliche. L'Amante è più pazzo di me- rispetto a lui io non sono nulla- ha una figura simile alla statua di Meleagro e in cuore un doppio distillato di fuoco. Sia lodato Dio per la mia operosità! Se non fosse per essa sarei miserevole, io la incoraggio, e mi sforzo di non pensare a te- ma dopo che ci sono riuscito per tutta una giornata fino a mezzanotte, appena la mia artificiale eccitazione si esaurisce, tu torni più crudelmente della febbre nella quale rimango. Giuro sulla mia anima, non so proprio come posso piacerti. Non mi credo un mostro peggiore del signor A., del signor B., e del signor C. -eppure se fossi una donna non mi piacerebbero i Signori A. B. C., ma basta con questi discorsi. Così desideri che io mantenga la promessa di venire a trovarti tra poco. L'adempirò con gioia e tristezza insieme: non sono uno di quegli antichi Paladini che vivevano di acqua, erba e sorrisi per anni interi. Tuttavia, cosa non darei stasera per il solo piacere dei miei occhi? Fra una settimana andremo a Winchester: ho bisogno di una biblioteca. Brown mi lascerà lì per far visita al signor Snook a Bedhampton: durante la sua assenza io volerò da te e poi tornerò. Mi tratterrò pochissimo, perchè ora ho l'estro di scrivere e temo di guastarlo- bene o male che vada, saggerò la mia forza e l'umore del pubblico. A Winchester riceverò prima le tue lettere ed essendo una città con Cattedrale avrò il piacere- sempre grande per me quando sono vicino a una cattedrale- di leggerle durante la messa, passeggiando su e giù per la Navata.
 Ieri notte ti avevo scritto fin qui, quando è sceso Brown in giacca da tight e berretta da notte, dicendo che si era riposato con un buon sonno e che era molto affamato. L'ho lasciato  che mangiava e sono andato a dormire, essendo troppo stanco per discutere. Potresti fare bellissime passeggiate qui: vi sono Scogliere, boschi, colline, sabbia, rocce ecc. E però non sono poi così belli, li saluterei di cuore in cambio della mia Cattedrale. D'altronde non sono tanto stanco di paesaggi da odiare la Svizzera. Potremmo passare un anno piacevole a Berna o a Zurigo- se piacesse a Venere di dar retta al mio "ti supplico, ascoltaci, o Dea". E se dovesse ascoltarci, Dio non voglia che noi "ci sistemiamo", come dice la gente- ossia diventiamo una palude, un Lete stagnante- in una piazzetta a semicerchio, una misera fila di edifici. Meglio essere mobili imprudenti che infissi prudenti. Aprire la Bocca sulla porta di casa, come la testa del leone a venezia per ricevere odiosi bigliettini, lettere, messaggi, uscire ad annoiarsi ai ricevimenti pomeridiani; gelare ai pranzi; cuocere ai balli; fremere in mezzo alla folla: no, amore, affidati a me e io ti troverò svaghi più nobili, se la sorte mi assiste. Temo che non riceverai questa lettera fino a domenica o lunedì: nel frattempo, come scriverebbe un irlandese, non odiarmi. Non vedo l'ora di partire per Winchester, perchè qui comincio ad avere in odio persino gli stipiti, i nomi ,le pietre. Ti informi della mia salute, senza dirmi se tu stai meglio. Io sto bene. Il fatto che tu esca non prova che tu sia guarita: come stai? fare le ore piccole ti farà male. Che c'è di bello? Io sono rimasto solo per un paio di giorni, mentre Brown vagabondava per la campagna con il suo vecchio zaino. Ormai apprezzo la sua compagnia come qualunque altra, e tuttavia mi è dispiaciuto che fosse tornato - mi si è precipitato addosso come un Fulmine. Ero entrato in un sogno, in mezzo ai miei libri, deliziandomi di una solitudine e di un silenzio che tu sola avresti dovuto turbare.
Il sempre tuo affezionatissimo
John Keats.


giovedì 3 marzo 2011

GUIDA ALL'ELEGANZA di Madame Geneviève Dariaux-BAGAGLI,prima parte

Le vostre valigie sono servitori utili, ma assai indiscreti perchè rivelano la condizione sociale più dell'abbigliamento. Rivelano anche, in base al modo in cui vengono preparate, il vostro carattere e le vostre abitudini; io stessa non avrei una buona opinione di una donna che, per fare un esempio, getta distrattamente le scarpe sopra alle camicie da notte senza la precauzione di sistemarle negli appositi sacchetti da scarpe.
 dalla borsa piena di documenti, con uno spazzolino da denti e un rasoio, portata dall'impegnatissimo uomo d'affari in un viaggio lampo, fino alla montagna di borse e valigie di cuoio bianco rigorosamente coordinate affidata a una squadra di portabagagli al seguito di una celebre diva del cinema ricoperta di visone, vi è tutta una gamma di bagagli più o meno eleganti. E' piuttosto raro, con l'eccezione della star cinematografica appena ricordata, acquistare nello stesso momento un intero set di valigie e borse. Inoltre, una serie completa di valigie palesemente nuove di zecca fa in ogni occasione nouveau riche, sempre che non si tratti di una coppia in luna di miele. E' più elegante e meno costoso comprare una o due valigie per volta, in base alle proprie esigenze, se non esattamente uguali, quanto meno in tinte coordinate. Le valigie non in tinta unita dovrebbero essere tutte dello stesso colore e dello stesso stile, o coordinate con valigie in tinta unita nello stesso cuoio dei rinforzi delle altre.


martedì 1 marzo 2011

GUIDA ALL'ELEGANZA di Madame Geneviève Antoine Dariaux.-ANELLI

"Un anello di diamante è il solo gioiello di questa gemma che possa venire indossato correttamente prima dell'ora di pranzo. Poichè molto spesso gli unici anelli che una donna posssiede sono l'anello di fidanzamento e la fede, vale la pena di sceglierli con molta cura. A volte può essere opportuno modificare il disegno originale, quando con gli anni i gusti e la moda cambiano.
Non conviene portare più di un anello su una sola mano (la fede e l'anello di fidanzamento contano come uno solo). E bisogna avere il buon senso di ricordare che un anello si sporca più di tutti gli altri gioielli. Una volta all'anno andrebbe portato a lucidare dal gioielliere.