domenica 29 aprile 2012

LE DUE STRADE, Guido Gozzano.

Tra bande verdigialle d'innumeri ginestre
La bella strada alpestre scendeva nella valle.
Ecco, nel lento oblio, rapidamente in vista,
Apparve una ciclista a sommo del pendio.

Ci venne incontro: scese. " Signora: sono Grazia! "
Sorrise nella grazia dell'abito scozzese.
"Tu? Grazia? la bambina? "-" Mi riconosce ancora? "
" Ma certo! "E la signora baciò la Signorina.
" La bimba Graziella: Diciott'anni? Di già?
La mamma come sta? E ti sei fatta bella!
La bimba Graziella: così cattiva e ingorda!..."
" Signora, si ricorda quegli anni? "-" E così bella
vai senza cavalieri in bicicletta?..."-" Vede."
" Ci segui un tratto a piede? "-" Signora, volentieri."
" ah! Ti presento, aspetta, l'avvocato: un amico
caro di mio marito. Dagli la bicicletta."
Sorrise e non rispose . Condussi nell'ascesa
La bicicletta accesa d'un gran mazzo di rose.
E la Signora scaltra e la bambina ardita
Si mossero: la vita una allacciò dell'altra.

II
Adolescente l'una nelle gonnelle corte,
Eppur già donna: forte bella vivace bruna
E balda nel solino dritto, nella cravata,
La gran chioma disfatta nel tocco da fantino.
Ed io godevo, senza parlare, con l'aroma
Degli abeti l'aroma di quell'adolescenza.
- O via della salute, o vergine apparita,
o via tutta fiorita di gioie non mietute,
forse la buona via saresti al mio passaggio,
un dolce beveraggio alla malinconia!
O bimba nelle palme tu chiudi la mia sorte;
Discendere alla Morte come per rive calme,
Discendere al Niente pel mio sentiero umano,
Ma avere te per mano, o dolcesorridente!
Così dicevo senza parola. E l'altra intanto
Vedevo: triste accanto a quell'adolescenza!
Da troppo tempo bella, non più bella tra poco
Colei che vide al gioco la bimba Graziella.
Belli i belli occhi strani della bellezza ancora
D'un fiore che disfiora, e non avrà domani.
Sotto l'aperto cielo, presso l'adolescente
Come terribilmente m'apparve lo sfacelo!
Nulla fu più sinistro che la bocca vermiglia
Troppo, le tinte ciglia e l'opera del bistro
Intorno all'occhio stanco, la piega di quei labbri,
L'inganno dei cinabri sul volto troppo bianco,
Gli accesi dal veleno biondissimi capelli:
In altro tempo belli d'un bel biondo sereno.
Da troppo tempo bella, non più bella tra poco,
Colei che vide al gioco la bimba Graziella!
- O mio cuore che valse la luce mattutina
raggiante sulla china tutte le strade false?
Cuore che non fioristi, è vano che t'affretti
Verso miraggi schietti in orti meno tristi;
Tu senti che non giova all'uomo soffermarsi,
Gettare i sogni sparsi per una vita nuova
Discenderai al Niente pel tuo sentiere umano
E non avrai per mano la dolcesorridente,
Ma l'altro beveraggio avrai fino alla morte:
Il tempo è già più forte di tutto il tuo coraggio.
Queste pensavo cose, guidando nell'ascesa
La bicicletta accesa d'un gran mazzo di rose.
III
Erano folti intorno gli abeti nell'assalto
Dei greppi fino all'alto nevaio disadorno.
I greggi, sparsi a picco, in lenti beli e mugli
Brucavano ai cespugli di menta il latte ricco;
E prossimi e lontani univan sonnolenti
Al ritmo dei torrenti un ritmo di campani.
Lungi i pensieri foschi! Se non verrà l'amore
Che importa? Giunge al cuore il buon odor dei boschi.
Di quali aromi opimo odore non si sa:
Di resina? Di timo? O di serenità?...
IV
Sostammo accanto a un prato e la Signora, china,
baciò la Signorina, ridendo nel commiato.
" Bada che aspetterò, che aspetteremo te;
si prende un po' di the, si cicaleccia un po'..."
" Verrò, Signora; grazie!" Dalle mie mani, in fretta,
tolse la bicicletta. E non mi disse grazie.
Non mi parlò. D'un balzo salì, prese l'avvio;
la macchina il fruscìo ebbe d'un piede scalzo,
d'un batter d'ali ignote, come seguita a lato
da un non so che d'alato volgente con le rote.
Restammo alle sue spalle. La strada, come un nastro
Sottile d'alabastro, scendeva nella valle.
" Signora!...ArrivederLa!..."gridò di lungi, ai venti.
Di lungi ebbero i denti un balenio di perla.
Tra la verzura folta disparve, apparve ancora.
Ancor s'udì:"... Signora!..."E fu l'ultima volta.
Grazia è scomparsa. Vola - dove?- la bicicletta...
" Amica, e non m'ha detta una parola sola! "
" Te ne duole? "-" Chi sa! "-" Fu taciturna, amore,
per te, come il Dolore..."-" O la Felicità..."



venerdì 6 aprile 2012

VENERDI' SANTO, 2012,KD, Karl Barth.

La nostra opinione secondo cui Dio non può che essere Assoluto e basta, in antitesi a ogni ente relativo; non può che essere Infinito e basta, escludendo ogni finitudine; non può che essere Elevato e basta, in antitesi a ogni situazione di demissione; non può che essere Attivo e basta, in antitesi a ogni patire; non può che essere Immune, in antitesi a ogni prova e contestazione; non può che essere Trascendente, in antitesi a ogni immanenza; e così pure non può che essere Divino,in antitesi a ogni realtà umana; in una parola, non gli è possibile nè lecito essere diversamente che il tutt'Altro: queste nostre opinioni si dimostrano insostenibili; devianti e pagane, di fronte al fatto che in Gesù Cristo Dio E' e Fa' effettivamente tutte queste cose.





giovedì 5 aprile 2012

EL GATIN DE COLOMBINA, Arrigo Boito.

Colombina ga un gatin
belo, furbo e moretin,
cola meza mascarina,
pien de sesti e de morbin;
tutto el zorno al xe in cusina
el ga nome Trufaldin.

Colombina ga un gatin
mato, svelto e birichin,
coi mustacchi in ponta fina
ch'el par proprio un moscardin.
Lui dai copi va in cantina,
el ga nome Trufaldin.