domenica 30 ottobre 2011

MY LITTLE PARIS...la Parigi Segreta delle Parigine, ed.L'Airone.

Un tempo era il quartier generale di Oscar Wilde, ora è il rifugio di Johnny Depp e Vanessa Paradis. C'è di che abbassare gli occhi con timore reverenziale, entrando in questo luogo talmente mitico da non avere nome. Anzi, per la verità un nome l'avrebbe: è l'Hotel, con la H maiuscola.

Oltre la facciata discreta, ci si dirige, i passi attutiti dalla moquette di leopardo, verso un lussuoso bar con le luci soffuse. Ci si accomoda su un divanetto di velluto, si ordina un cocktail di rito (champagne, violetta e limone verde) e si ha subito l'impressione di essere un personaggio mitico. Ci si potrebbe accontentare. Si potrebbe uscire senza sapere che, dietro una tenda di velluto e sotto un soffitto a volta, si nasconde una piscina sotterranea. Ma sarebbe un vero peccato non dirvi che questa piscina si può affittare per un'ora, da soli o in coppia.
Scostate la tenda ed è tutta vostra.


L'Hotel
13 rue des Beaux-Arts
75006 Parigi
www.l-hotel.com

sabato 29 ottobre 2011

XXXVII LETTERA A FANNY BRAWNE

Mia carissima Fanny,
 stamattina ho passeggiato con un libro in mano, ma come al solito c'eri solo tu nei miei pensieri: vorrei poter dire in modo gradevole. Sono tormentato giorno e notte. Parlano di farmi andare in Italia. Di certo non guarirò mai se dovrò stare così a lungo separato da te: eppure, con tutta la mia devozione per te, non riesco a convincermi ad avere fiducia. L'esperienza passata, unita alla lunga separazione da te, mi causa indicibili angosce. Quando verrà tua madre dovrò essere molto pronto e abile nel chiederle se sei stata dalla signora Dilke, perchè potrebbe rispondermi di no, per farmi stare tranquillo. Sono davvero logorato fino alla morte, e questa mi sembra l'unica risorsa. Non posso dimenticare quel che è successo. Che cosa? Una cosa da nulla per un uomo di mondo, ma mortale per me. Me ne libererò per quanto sia possibile. Quando eri solita civettare con Brown avresti certamente smesso, se il tuo cuore avesse sentito anche solo la metà del dolore che provava il mio. Brown è un brav'uomo, non sapeva che mi stava facendo morire poco a poco. Ora sento nel fianco le conseguenze di ognuna di quelle ore; e per tale ragione, anche se mi ha fatto molti favori, anche se conosco il suo affetto e la sua amicizia per me, anche se in questo momento sarei senza un soldo se non fosse per il suo aiuto, non voglio più vederlo nè parlargli, finchè non saremo entrambi vecchi, se mai lo saremo. Continuerò a sentirmi offeso per aver visto trattare il mio cuore come una palla da calcio. La chiamerai follia. Ti ho sentita dire che non era spiacevole aspettare qualche anno - hai di che svagarti- la tua mente è distratta - non hai mai rimuginato su un'idea fissa come faccio io, e come potresti? Tu sei per me un oggetto di intenso desiderio, l'aria che respiro in una camera vuota di te è malsana. Io per te non sono la stessa cosa - no - tu puoi aspettare, hai mille occupazioni. Puoi essere felice senza di me. Qualsiasi compagnia, qualsiasi cosa basta a riempirti la giornata. Come hai passato questo mese, in compagnia di chi hai sorriso? Tutto ciò può sembrare brutale da parte mia. Tu non ti senti come mi sento io - tu non sai cosa significa amare - forse un giorno lo saprai - non è ancora giunto il tuo tempo. Chiediti quante ore infelici e in solitudine ti ha causato Keats. Quanto a me, io sono stato un Martire per tutto il tempo, e per questo parlo; la confessione mi è estorta con la tortura. Te lo chiedo per il sangue di quel Cristo in cui credi: non scrivermi se in questo mese hai fatto qualcosa che mi avrebbe addolorato vedere. Puoi essere cambiata - se non è così, se ancora ti comporti come ti ho visto fare nelle sale da ballo e con altre compagnie - non voglio vivere - se hai fatto questo, mi auguro che la prossima notte sia l'ultima. Non posso vivere senza di te, e non soltanto te, ma te casta, te virtuosa. Il Sole sorge e tramonta, i giorni passano, e tu segui la tua inclinazione - non hai idea di quanta tristezza scorra dentro di me in un giorno. Sii seria! L'amore non è un giocattolo, ancora una volta non scrivermi se non puoi farlo con coscienza cristallina. Preferirei morire prima per la mancanza di te piuttosto che...
Il tuo per sempre
J.Keats


lunedì 24 ottobre 2011

LA DONNA IDEALE, Giovannino Guareschi, seconda parte.

La Pasionaria era preoccupatissima:
-          La donna ideale deve sapere anche le date storiche?
-           Quelle essenziali. E oltre a una cultura sobria ma efficiente, deve possedere pure una personalità.
-           Un bel personale, insomma – osservò la Pasionaria.
-           Personalità – ripetei – Il personale non c’entra. La donna ideale deve anche saper parlare con proprietà di linguaggio in modo da evitare per esempio di dire : “ Se stasse in me…”, “Se me ne potrei andare “ e roba del genere.
La Pasionaria si strinse nelle spalle:
-          Una può sapere benissimo il congiuntivo ed essere, magari , una sporcacciona.
-          Non c’entra! La donna ideale sa usare il congiuntivo ed è onestissima. E, oltre a saper usare il congiuntivo, saper cucinare, saper amministrare la casa ed educare i figli, sa ballare, cantare, suonare il pianoforte o la chitarra.
-          Magari è anche campionessa di salto in lungo e lancio del giavellotto – osservò motteggiando la Pasionaria.
-          No ! Non è campionessa di niente – esclamai . Però sa nuotare, andare in bicicletta, fare una passeggiata a piedi.
La Pasionaria ridacchiò:
-          La donna ideale deve essere anche vanitosa? – domandò.
-          No. Niente vanità. Però la donna ideale non gironzola per casa coi capelli dritti in testa, drappeggiata con scialletti e sciarpe, e con un pullover sistemato come grembiale posteriore e annodato per le maniche sul davanti. La donna ideale non offre mai ai familiari questi spettacoli da rivoluzione francese o da eruzione del Vesuvio!
La Pasionaria meditò lungamente sulla faccenda poi trasse la sua conclusione:
-          Me dico che uno, per avere tutta quella roba, dovrebbe sposare dieci o quindici donne!
-          No. Esistono donne che, da sole, sanno fare ed essere tutto quel che ho detto.
-          E quanto si paga d’ingresso per andarle a vedere? – s’informò la Pasionaria con sarcasmo evidente.
-          Non si tratta di fenomeni da baraccone: donne di questo genere, ci sono! – replicai – E le altre donne dovrebbero fare ogni sforzo per imitarle.
La Pasionaria scrollò le spalle.
-          Me non mi interessa di diventare come un’altra donna. Me mi basta di essere me… E poi si fa presto: se una non è una donna ideale, basta che sposi l’ uomo ideale e tutto è a posto lo stesso.
Margherita uscì dal suo riserbo:
-          L’uomo ideale ! – esclamò, con voce lontana. – E dove lo potrai trovare? Ce n’era uno solo, al mondo, e l’ho sposato io.
La Pasionaria considerò il pro e il contro e concluse:
-          Meno male.
La pendolina snocciolò dieci tocchi ed era una fresca mattina. Allora Margherita si alzò e, lentamente, si avviò verso la porta che dà sul corridoio.
Aveva la vestaglia ficcata dentro i pantaloni del pigiama, un pullover verde sistemato a mò di grembiale posteriore e annodato per le maniche sul davanti, una salvietta gialla a mò di sciarpone al collo. Portava uno sciallino azzurro sui capelli. Calzava le mie scarpe da montagna imbottite.
Giunta sulla porta ristette e si volse:
-          Alberto – disse – domani comprami una chitarra.
Poi la donna ideale disparve, lasciando dietro di sé un sentore acre di rivoluzione francese e di rovente lava vesuviana.


domenica 23 ottobre 2011

MY LITTLE PARIS...la Parigi Segreta delle Parigine, ed.L'Airone.

In rue du Faubourg Montmartre i passanti vanno di fretta. Al numero 46 però si arrestano e rimangono a guardare. Affascinati come bambini davanti a una vetrina natalizia, contemplano lo spettacolo insolito che si offre ai loro occhi:una cuoca cinese che lavora un impasto con le mani, stirandolo e attorcigliandolo come una filatrice di cotone.
E' la piccola bottega Les Pates Vivantes.

Les Pates Vivantes
46 rue du Faubourg Montmartre-75009 Paris.

sabato 22 ottobre 2011

XXXVI LETTERA A FANNY BRAWNE

Mia diletta Fanciulla,
 ieri ti ho scritto una lettera pensando di vedere tua madre. Sarò abbastanza egoista da spedirla pur sapendo che può causarti qualche pena, ma voglio che tu veda quanto sono infelice per amor tuo, e come io faccia il possibile per sedurti inducendoti a concedere tutto il tuo cuore a me, la cui vita dipende tutta da te. Non potresti muovere passo o battere ciglio senza che ciò mi colpisse diritto al cuore - sono avido di te. Non pensare che a me. Non vivere come se io non esistessi. Non dimenticarmi. Ma ho un qualche diritto di dire che mi dimentichi?
Forse mi pensi tutto il giorno. Ho un qualche diritto di volere che tu sia infelice per me? Mi perdoneresti simile pretesa, se sapessi con quanta passione desidero che tu mi ami - ora, per amarmi come ti amo io, devi pensare soltanto a me. Ieri e stamane sono stato ossessionato da una dolce visione - ti ho vista tutto il tempo nel tuo abito da pastorella. Come si sono infiammati di desiderio i miei sensi! Come ne fu catturato il mio cuore! Com'erano colmi di lacrime i miei occhi! Sono certa che un vero amore possa occupare da solo il cuore più grande. Quando ho saputo che andavi in città da sola è stato un colpo per me - eppure me l'aspettavo - promettimi che non lo farai più per qualche tempo, finchè non starò meglio. Promettimelo e riempi tutto il foglio delle parole più tenere. Se non ti riesce di farlo volentieri, dimmelo, amore - dimmi ciò che pensi - se il tuo cuore è troppo legato al mondo, ammettilo. Forse allora potrei vederti da una maggiore distanza, forse potrei non riuscire a sentirti tanto mia. Se dovessi liberare dalla gabbia il tuo uccellino prediletto, con che pena lo seguirebbe il tuo sguardo fin dove è possibile; ma dopo averlo perso di vista ti riprenderesti un po'. Forse se mi confessassi, tale essendo la realtà, quante cose ti sono necessarie oltre me, io potrei essere più felice - essendo meno tormentato. Potresti anche dire: che egoismo, che crudeltà a non lasciarmi godere la mia giovinezza! a volere che io sia infelice! Devi esserlo, se mi ami. In fede mia, nessun'altra cosa può appagarmi. Se proprio vuoi, come si dice, divertirti in Società, se sei capace di sorridere davanti agli altri e di desiderare di essere ammirata - no mi hai mai amato, e non mi amerai mai. Io vedo la vita soltanto nella certezza del tuo Amore, persuadimi del tuo Amore, mia dolcissima. Se non ne sarò in qualche modo convinto, morirò d'angoscia. Se ci amiamo non dobbiamo vivere come vivono gli altri, uomini e donne - io non posso sopportare la malapianta della moda, la superficialità delle chiacchiere - devi essere mia fino a morire sulla ruota se lo voglio. Non pretendo di dire che ho più sentimento dei miei simili, ma desidero seriamente che tu esamini le mie lettere gentili o meno e consideri se la Persona che le ha scritte possa sopportare a lungo le angosce e le incertezze che sei così abile a causare. Non mi gioverà rimettermi in salute se non sarai mia quando starò bene. In nome di Dio salvami oppure dimmi che la mia passione è troppo tremenda per te. Di nuovo che Dio ti benedica.
J.K.
No - mia dolce Fanny - m'inganno, non voglio che tu sia infelice - eppure sì, lo voglio, devo volerlo finchè esiste una Bellezza così soave - mia bellissima, mia cara! Addio! Ti bacio - oh, che tormento!


lunedì 17 ottobre 2011

LA DONNA IDEALE, Giovannino Guareschi, prima parte.



La Pasionaria interruppe la lettura e levò il capo dal giornale: - Cosa sarebbe questa “ donna ideale” – mi domandò. – C’è scritto lì – risposi – E’ un concorso – Questo lo so – replicò la Pasionaria. – Me domando cosa significa “ donna ideale”. – Cercai di cavarmela:
-          L a donna ideale è quella che possiede tutte le doti che occorrono a una ragazza per diventare la moglie ideale, indi la madre di famiglia ideale.
-          Indi la vedova ideale – ridacchiò Margherita continuando peraltro a interessarsi del fumo della sua sigaretta.
Non la presi in alcuna considerazione : tanto più che la Pasionaria era del tutto insoddisfatta della mia risposta.
-          Per esempio – insistette – cos’è che deve avere questa donna ideale?

Bisognava che uscissi dal generico perché la Pasionaria è tenace e, come si suol dire, “non molla l’osso” anche se l’osso è coperto di carne e baffi.
-          La donna ideale – spiegai – deve possedere, oltre a un minimun di prestanza fisica, anche quel minimun di prestanza spirituale e morale che le permetta di essere compagna piacevole, madre affettuosa e intelligente, amministratrice oculata e via discorrendo.
La Pasionaria scosse il capo:
-          Via discorrendo va bene quando si continua a discorrere. Ma se uno dice “ via discorrendo”e poi non parla più, allora significa che i figli devono andarsi a far spiegare le cose dagli estranei.
Decisi di essere esauriente : l’intervento di estranei nel’educazione dei miei figli  è sempre risultato, per me, intollerabile.
-          La donna ideale – incominciai – deve essere anzitutto sana, robusta e di aspetto piacevole. Quindi deve avere un portamento dignitoso e deve essere di sobria ma sicura eleganza nel vestire.
-          Esistono donne così? – domandò la Pasionaria con ostentato tono di incredulo stupore.
-          Esistono sì – le assicurai mentre Margherita continuava a fumare come se le nostre parole non la interessassero.
-          La donna ideale deve essere autosufficiente, e ciò – continuai – non significa che essa debba limitarsi a riparare un rubinetto o sostituire una lampadina elettrica. Essa deve saper guidare un’automobile, deve saper cucinare, lavare, stirare, cucire, ricamare, tagliare, rammendare, smacchiare, rappezzare, inamidare, lucidare a cera, spolverare, verniciare, tinteggiare pareti. Inoltre deve possedere un mestiere o una professione che costituiranno l’estrema riserva in caso di rovesci finanziari o di sopravvenuta inabilità del marito.
La Pasionaria era molto impressionata.
-          Me non credevo che la donna ideale doveva sapere tante cose! – esclamò.
-          - Da questo si comprende – dissi – che la donna ideale non può identificarsi con la svagata donna di casa che vive ignara del mondo circostante o ha degli avvenimenti che in esso succedono una idea del tutto approssimativa. La donna ideale deve tenersi al corrente degli avvenimenti nazionali ed esteri e, grazie a una cultura modesta ma solida, essere in grado di far il punto della situazione.

domenica 16 ottobre 2011

MY LITTLE PARIS...la Parigi Segreta delle Parigine, ed.L'Airone.

LE PAURE PIU' GRANDI DELLE PARIGINE

PERDERE L'ULTIMO METRO'

NON TROVARE POSTO SULLA TERRAZZA DEL BAR DU MARCHE'

ACCORGERTI CHE TU E LA TUA COLLEGA INDOSSATE LO STESSO TOP DI ZARA

INCROCIARE IL TUO EX MENTRE STAI USCENDO CIANOTICA DALLA PISCINA

NON AVERE NIENTE DA FARE IL SABATO SERA

ESSERE COSTRETTA A TRASFERIRTI IN PERIFERIA

VENIRE ASSALITI DA UN PICCIONE

NON TROVARE NEANCHE UNA STAZIONE DI VELIB

ESSERE PRESA PER UNA PROVINCIALE.

Detto ciò...momento autocelebrativo...







...guardate cosa c'era sulla Stampa quest'oggi...la Zia ha la vista MOOOLTO lunga, nevvero???

sabato 15 ottobre 2011

XXXV LETTERA A FANNY BRAWNE

Mia carissima Fanny,
 ho trascorso tutta la settimana passata a segnare i passaggi più belli di Spencer, l'ho fatto per te, traendo conforto dall'essere in qualche modo occupato a procurarti un piacere, seppur piccolo. Ciò ha reso lievi le mie ore. Sto molto meglio. Dio ti benedica.
Il tuo affezionato
J.Keats

lunedì 10 ottobre 2011

"SIMPAMINA" di G.Guareschi. seconda parte.

La spiegazione dell’amico Giuseppe era stata chiara e inequivocabile: “Tu sei stanco, hai la testa confusa, hai sonno, sei triste, non ti frega niente del lavoro e devi lavorare. Perché non  prendi due tavolette di simpamina? Il mondo , dopo dieci minuti, diventa un luogo paradisiaco. Tutto si fa bello, un enorme ottimismo colorisce di rosa la tua vita. Ottimismo, euforia! Tutto si fa chiaro, esatto, facile. Le idee nascono a centinaia alla volta. Tu devi scrivere una novella? Ecco dopo due secondi lo spunto per  la novella. Poi una dopo l’altra, mano a mano che tu scrivi la novella, mille idee nascono e tu, alla fine, se hai avuto l’accortezza di segnare ogni idea, ti trovi un pacco di fogli zeppi di spunti preziosi. La simpamina è miracolosa. “
Dovevo appunto fare una novellina : mi sono precipitato a casa, ho ingoiato due tavolette di simpamina e, seduto davanti alla macchina per scrivere, ho atteso, secondo le istruzioni, un quarto d’ora.
Ed ecco il miracolo: tutto rosa, tutto chiaro, idee che nascono una dopo l’altra, spunti impensati. Euforia, smania di lavorare.
Ho lavorato fino alle quattro del mattino.
Poi, la sera dopo, altre due tavolette di simpamina e altre sei ore di lavoro intenso, entusiasmante, altra fioritura meravigliosa di idee.
La sera seguente, altre due tavolette di simpamina. Miracoloso ! Una continuità stupenda.
Per sei sere io ho lavorato così, fino alle quattro del mattino, in uno stato di grazia.
E oggi, domenica, facendo il bilancio consuntivo, mi sono trovato sul tavolo trentasei grandi fogli pieni di idee. Spunto per 25 novelle, per sette commedie in tre atti, spunto per otto film uno dei quali a colori, per sedici articoli di varietà, spunto per un nuovo tipo di carro armato, per una nuovissima serratura di sicurezza, per un nuovo sistema monetario funzionale, per una bicicletta, per tre romanzi, per quattordici racconti avventurosi.
Ho buttato dalla finestra il tubetto della simpamina e, piazzatomi davanti alla macchina per scrivere, con la testolina fra le mani, ho cercato disperatamente, per conto mio, lo spunto per la novellina che io dovevo consegnare martedì scorso e che per sei notti consecutive ho invano cercato di scrivere.
Dalla stessa finestra ho buttato anche i trentasei fogli di appunti e ho detto alla dolce signore che inventò Albertino : - Mah!...


domenica 9 ottobre 2011

MY LITTLE PARIS...la Parigi Segreta delle Parigine, ed.L'Airone.

TOMBE'ES DU CAMION è un posto bizzarro che ospita un mucchio di vecchi oggetti insoliti: dal temperamatite a forma di mappamondo, ai fischietti da gendarme, passando per gli occhi di bambola che vi fissano. Da dove viene tutta questa roba? Semplice, è merce sottratta a giacenze di magazzino. Una profusione di gadget di culto che compongono una mappa degli anni che furono:ogni oggetto è datato, ma nuovo di zecca. E' unico, ma in gran quantità. Arriva direttamente dal passato...E di colpo tornate bambine.
Tombèes du Camion
17 rue Joseph de Mastre-75018 Parigi
tel.  0201 77 15 05 begin_of_the_skype_highlighting            0201 77 15 05      end_of_the_skype_highlighting

sabato 8 ottobre 2011

XXXIV LETTERA A FANNY BRAWNE

Mia diletta Fanciulla,
 mi sforzo di essere il più paziente possibile. Hunt mi intrattiene con grande gentilezza. Inoltre ho il tuo anello al dito e i tuoi fiori sul tavolo. Non devo sperare di vederti ancora perchè una nuova separazione da te sarebbe troppo penosa. Quando arriveranno i libri che desideri li avrai. Questo pomeriggio sto benissimo. Mia carissima...
[senza firma]

lunedì 3 ottobre 2011

"SIMPAMINA" di G.Guareschi. prima parte.

Oggi,  approfittando della giornata festiva, ho buttato dalla finestra il tubetto di Simpamina. Qui, però, occorre risalire a una triste sera della mia vita. Quella sera io, finito il lavoro, tornavo a casa dal lavoro per recarmi al lavoro. Perchè il segreto del successo consiste nel recarsi ogni mattina al lavoro ordinario e nel tornare a casa, ogni sera, dal lavoro ordinario per recarsi al lavoro straordinario.
Ricordo: camminavo lentamente lungo una strada piena di strane cose e l'angoscia mi stringeva il cuore.
"Domattina debbo essere interrogato in latino" mi dicevo" E io non so niente di niente.Solo la declinazione <rosa>...E poi, all'ablativo come fa:<rosis> o <rosibus>?"
Mi prese un'angoscia ancora più pungente: come avrei potuto rientrare in casa? Che avrebbe detto mio padre, poveretto? Mille lire! Era terribile!
Arrivato davanti al portone mi fermai: no, non sarei salito. Avrei dormito fuori, su una panchina del giardino pubblico.
A un tratto, una voce femminile mi fece sussultare:
- Giovannino! 
Non risposi.
- Che hai? Ti senti poco bene?
- No, mi è successa una disgrazia: mio padre mi ha mandato a scambiare mille lire e io le ho smarrite. Non ho il coraggio di ritornare su.
La voce femminile si fece dolce e persuasiva.
- Giovannino, ti capisco. Ma tu non devi dormire fuori, stanotte. Sali in casa: tuo padre non c'è. Non c'è neanche la tua mamma. Essi, adesso, sono lontanissimi, almeno a 200 kilometri.
- Dite così per convincermi - risposi - ma io non salirò.
- Non mi dai più del tu ora? - osservò addolorata la donna - Guardami: non ti dice dunque niente il mio viso?
Fra le lagrime che allagavano i miei occhi, intravidi un volto sconosciuto. Scossi il capo. E la voce si fece ancora più persuasiva.
- Giovannino, cerca in quella tasca della tua giacca. Sì, in quella: ecco, apri quella busta di pelle. Così: lo vedi questo cartoncino? C'è la tua fotografia e c'è anche il tuo nome. Leggi, Giovannino. Qui, nella seconda riga, sta scritto che tu sei nato trentadue anni fa e che sei coniugato con prole. Io sono appunto la donna che si è coniugata con te. La prole è su che aspetta. L'incidente delle mille lire è già stato quindi ampiamente risolto in questi diciotto anni. Puoi salire tranquillo, Giovannino.

domenica 2 ottobre 2011

MY LITTLE PARIS...la Parigi Segreta delle Parigine, ed.L'Airone.

IL CONTENUTO DEGLI ARMADI
DOVREBBE PORTARE LA DATA DI SCADENZA,
COME IL LATTE, IL PANE E I GIORNALI.
andy warhol

nota della Zia: con l'auspicabile cambio di stagione questa frase ci autorizza a fare un bel po' di shopping,no?
RICORDATE, PERO':QUELLO CHE NON PORTATE PIU' ED E' ANCORA IN BUONO STATO REGALATELO ALLE ASSOCIAZIONI BENEFICHE!!!FA' MOLTO ANNI '50!!!

sabato 1 ottobre 2011

XXXIII LETTERA A FANNY BRAWNE

Mia cara fanciulla,
 ieri devo esserti sembrato in condizioni peggiori di quanto fossi realmente. Ti assicuro che non era altro che il rammarico di dover rinunciare a quell'abbraccio che tante volte è stato la gioia più grande della mia Vita. Senza di esso non mi importerebbe della salute. Sam non è venuto - volevo soltanto chiedergli come stavi oggi. Quando non stiamo del tutto bene ci rivolgiamo per conforto a coloro che amiamo: sai che quando ero in salute non pensavo che a te; quando ritornerò tale, sarà lo stesso. Brown mi ha parlato di un'allusione che Sam fece ieri sera e per la quale provo un senso di disagio. Ti sussurrò qualcosa a proposito di Brown e del vecchio signor Dilke che suonava un po' offensivo per il primo dei due. (...)Sono profondamente toccato dal sia pur minimo appunto al carattere disinteressato di Brown.(...) Ricordami a tua madre e dille di trascinarti da me, nel caso ti mostrassi riluttante.
[senza firma]
nota della Zia...furono gli amici di Keats,dopo la sua morte, a distruggere tutte le lettere che la signorina Fanny Brawnw gli aveva inviato.